La storia sembra essere uscita da una sceneggiatura di Hollywood.
Alcuni giocatori erano maestri nell’arte del lanciare la palla pur privi degli arti inferiori, mentre altri erano ottimi battitori o esterni di fascia. Le varie abilità mescolate insieme nella squadra IMAGE India è fondamentalmente costituita dalla passione e determinazione dei giovani, che volevano utilizzare lo sport per fare qualcosa di importante e dimostrare il proprio valore.
La squadra IMAGE India, che comprende sia ragazzi disabili che non, ha sfidato un gruppo di abili autisti di bus provenienti dal Rajasthan. Nei giorni che precedevano la partita, gli autisti ignoravano i giovani disabili, aspettando di montare sui loro veicoli, ma quello che è successo sul campo al Barkatullah Khan Stadium a Jodhpur, ha cambiato tutto quanto
“Da quel giorno in poi qualunque cosa stessero facendo, si fermavano ed aiutavano i ragazzi a salire a bordo,” dice Sneh Gupta, “ed è tutto dovuto al cricket”
“Un vero momento d’orgoglio per la nostra squadra.”
Sneh ha visitato il collegio SKSN nel 1996, quando lavorava su un documentario riguardante la vita in India. Ammette lei stessa di essere rimasta incredibilmente impressionata da quello che ha visto, la speranza che era stata instillata nei ragazzi ed il senso di positività chiaramente percepibile, in quello che stavano facendo. Diretta dal Dr. Narayan Singh Manaklao, la scuola stava intraprendendo un percorso speciale per giovani con disabilità.
Secondo Sneh: “La cosa davvero sorprendente di questa piccola organizzazione era che oltre a fornire una vera e propria educazione, quest’uomo incredibile ha anche utilizzato lo sport come sostituzione della fisioterapia fin dal1991 quando la SKSN fu fondata, poiché non aveva soldi per i fisioterapisti.”
Numerose le attività prese in considerazione: dal ‘Malkhamb’, uno sport che richiede incredibile forza ed agilità per scalare un’asta alta e sottile esibendosi in figure yoga, al lanciare una palla da cricket, oppure una corsa di 100 metri effettuata con le mani, a testa in giù.
“Stava letteralmente volando per aria, semplicemente usando le sue mani”
“Sto parlando di quasi 70, 80 ragazzini che ci sarebbero stati lasciati senza che nessuno sia mai venuto a prenderli. Abbiamo lentamente cambiato la situazione e reso i parenti consapevoli di dover essere responsabili per i loro figli. Questo ha messo in luce in maniera chiara quanto siano profonde le radici di queste esclusioni.”
Molti dei ragazzi coinvolti erano poliomielitici, con amputazioni anche doppie. Dopo quello che aveva visto, Sneh ha deciso di rimanere, di dedicare il suo tempo e contribuire alla causa cercando di fare la differenza.
“C’era questo ragazzo che aveva una doppia amputazione, proprio appena sotto il fondoschiena,” si ricorda Sneh. “E stava volando per aria, semplicemente muovendo il sedere e usando le mani. Era così felice, non c’era nessuna possibile ragione per compatirli perché erano tutti così felici e pieni di vita”
I giovani avevano un’altra ragione per sorridere. Tradizionalmente in India, i bambini portatori di handicap non sono ammessi a scuola, non possono avere assistenza medica, non sono aiutati economicamente, spesso non sono neanche ammessi sui mezzi di trasporto pubblico ed hanno enormi problemi a trovare qualunque lavoro. Invero, quando il termine dei corsi-progetto giunge al temine, molti giovani vengono lasciati indietro e dimenticati. I parenti si rifiutano di venire a prenderli e portarli a casa per l’estate.
UN CAMBIO DI MENTALITA’
Il coinvolgimento di Sneh e la creazione di IMAGE, in collaborazione con Laureus nel 2005, ha portato maggior integrazione e conoscenza riguardo la disabilità. Molti giovani hanno iniziato ad andare a visitare i ragazzi handicappati a scuola e a praticare sport con loro. Cricket, tennis tavolo, pallavolo, basket, ogni occasione che i ragazzi potevano avere di fare sport, non se la lasciavano sfuggire. Il cricket, essendo lo sport nazionale, era indubbiamente il numero uno.
“Lo sport ha veramente funzionato, e dopo un po’ di tempo, i ragazzi ‘sani’, hanno iniziato a mostrare un profondo rispetto,” ricorda Sneh. “Hanno iniziato a notare le capacità dei disabili e a rendersi conto che non è necessario escluderli solo perché la loro gamba, la mano o il braccio non funziona, oppure dire che hanno meno abilità di qualcuno al quale tutti e quattro gli arti funzionano perfettamente.”
UN CAMBIO DI PROSPETTIVA, UN ‘WICKET’ ALLA VOLTA
La partita tra la squadra di diversamente abili IMAGE e i conducenti di bus da Jodhpur, ha preso parte nel più grande stadio di cricket della città, Barkatullah Khan Stadium. I più grandi nomi del cricket indiano hanno giocato su quel campo, ma quel giorno erano spettatori di qualcosa di speciale.
I ragazzi che giocavano hanno preso le posizioni che meglio si adattavano alle loro disabilità. La partita è sembrata inizialmente equilibrata, con la IMAGE addirittura in leggero vantaggio. In seguito gli autisti hanno preso il sopravvento e sembravano essere in controllo del match fino agli ultimi istanti. Ma è qui che lo Youth Mentor Mahendra Singh di IMAGE, ha gestito brillantemente l’ultima palla della partita, ribaltando il risultato e portando i suoi a vincere, per la gioia delle centinaia di spettatori della comunità IMAGE e dei villaggi vicini.
Shyam Lal, 19 anni, in campo quel giorno, ha ricordi vividi
“Trovo ancora incredibile che abbiamo vinto. È stato un immenso orgoglio per la mia squadra e per me.”
“Anche durante la partita, gli avversari ci chiedevano di andarci piano con loro. Perdere così, contro una squadra composta da giocatori con disabilità li ha devastati. Si stavano chiedendo come dare la notizia alle loro mogli e famiglie!”
“Il messaggio che la mia squadra ed io siamo stati in grado di trasmettere è che nessuno deve giudicare chi gli sta di fronte, indipendentemente da ciò che possa sembrare.”
La partita è servita come mezzo ai ragazzi disabili per mostrare le loro abilità, per far vedere ad un pubblico più vasto che non devono essere mai mal giudicati o sottovalutati. I giovani che non erano visti di buon occhio sono diventati delle fonti d’ispirazione dalla sera alla mattina, i veri eroi che hanno mostrato il potere reale che lo sport possiede per favorire il cambiamento sociale.
Il Laureus Academy Member Tanni Grey-Thompson, ha passato del tempo con Sneh e i ragazzi a visitare il centro IMAGE a Jhodpur. “Sono rimasta profondamente colpita dallo spirito e dalla determinazione dei bambini del progetto IMAGE, che si rifiutano di arrendersi di fronte alle avversità della vita o all’ignoranza che ostacola il loro processo di crescita e di ricerca di una condizione di vita migliore”
“Laureus è molto attiva nell’aiutare i giovani e vedere in quali desolate condizioni questi bambini devono affrontare delle sfide così grandi. Laureus Sport for Good deve continuare il suo sogno di cambiare il mondo attraverso lo sport.”
PROGETTI PER IL FUTURO
Oggi, i giocatori insieme con un gruppo di giovani educatori del progetto IMAGE con e senza handicap, continuano a cercare di cambiare le percezioni altrui sulla disabilità. Si stanno estendendo alle altre comunità, portando validi spunti di riflessione ed aiuti concreti riguardo la salute, l’educazione, il sesso e la disabilità attraverso lo sport e il gioco, dimostrando il proprio valore, e guadagnandosi il rispetto di una sempre più vasta comunità
“Sta funzionando in entrambe le direzioni,” dice Sneh. “I ragazzi disabili portano a termine il programma, è data loro l’opportunità di dimostrare il proprio potenziale ad una comunità di non disabili, che magari non vede o non sa di cosa sono capaci questi ragazzi. E, di contro, vengono via da questi villaggi avendo acquisito ulteriori capacità, utili per imparare un mestiere, e sentendosi fieri per aver fatto qualcosa che ha garantito loro approvazione”
Questi ragazzi sono passati dall’essere contraddistinti con nomi dispregiativi a essere trattati con rispetto, e ora sono conosciuti come i ‘bhaiyas’ e ‘diddis’ (‘fratelli’ e ‘sorelle’) di IMAGE.
A proposito di IMAGE e Laureus Sport for Good
Laureus Sport for Good ha aiutato a migliorare la vita di milioni di giovani in oltre 35 paesi e sta dimostrando che lo sport può cambiare il mondo sostenendo programmi sportivi che fortificano l’accesso all’educazione, incrementano l’assunzione sul lavoro, promuovono la parità tra i sessi e favoriscono il benessere mentale nei soggetti più a rischio e promuovendo il sesso sicuro. Oltre a temi ben più complessi come la risoluzione di conflitti tra gang e tutti quei soggetti a rischio di esclusione sociale.