Lievito Sportivo, una rubrica in pillole che racconta il mondo di Laureus Italia a cura di Gianni Ghidini, coordinatore educativo della nostra fondazione.
“Mi piace molto il vostro spirito, io sono una insegnante e se mi dedica dell’altro tempo, le vorrei raccontare alcuni episodi che forse vi possono interessare… Sono un’insegnante della scuola primaria, con una laurea annessa e qualche volta connessa in psicologia. Ho una quarta elementare molto impegnativa, al punto che spesso vado in crisi perché capisco che su alcuni bambini le mie parole e i miei rimproveri sembrano attraversarli senza lasciare traccia alcuna. Non riesco ad avere presa su di loro, nonostante la mia passione e qualche competenza mi abbiano suggerito strategie diverse, ma con alcuni niente da fare. Soprattutto con due di loro nulla. Sono un mix di disinteresse, di menefreghismo e di indolenza. La cosa che più mi rode è che l’altro pomeriggio, avevo il collegio e sono scesa in palestra perché avevo dimenticato l’ombrello nello spogliatoio. Sentivo delle grida ed ho visto che i miei due “sciagurati” erano alle prese con un allenamento sportivo di judo. Silenziosi, rispettosi, grintosi, quando mi hanno visto che li guardavo mi hanno salutato spalancando gli occhi sorridendo. Non si sono permessi nemmeno di distrarsi per paura forse che il maestro, severissimo mi è sembrato, li riprendesse.
Che rabbia …. Lei che dice? Devo mettermi il kimono? Perché no, penso, ma non lo dico.”
Quando Laureus parla di una alleanza educativa, intende dire che l’istruttore di judo ha una sua dignità nel percorso di crescita dei suoi ragazzi e sarebbe opportuno che lei parlasse con lui ad un tavolo congiunto. Il tema di questo tavolo è come far sì che i ragazzi approdino al conseguimento delle competenze trasversali. Senza rinunciare ai saperi, certamente, ma anteponendo a tutto il tema della costruzione di una relazione dove l’adulto è guida, è fascino, è interessante. Dopo questo passaggio allora l’autorevolezza sarà data dai ragazzi, perché nella grande maggioranza dei casi non è più concesso in automatico agli insegnanti ed ai genitori. Lo sport non è esente da questa crisi, ma se l’istruttore è capace ha degli strumenti formidabili in mano per chiudere la relazione in modo positivo.
Gentile professoressa, deve partire da quegli sguardi dei suoi allievi, quando l’hanno vista sbirciare la loro attività. Hanno sgranato gli occhi e sorriso? Le hanno dato una traccia da seguire. Dica loro che vi incontrerete con l’allenatore e che discuterete insieme come loro possano diventare dei ragazzi sempre più in gamba. Dica loro che il judo è proprio bello e poi… speriamo che il seme produca frutti.